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MATTA Roberto Sebastián

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Roberto Sebastián Antonio Matta Echaurren è stato un importante architetto e pittore cileno. Matta nacque a Santiago del Cile l'11 novembre 1911 da una famiglia di origini spagnole, basche e francesi. Dopo gli studi in architettura, nel 1934 si trasferì a Parigi, dove lavorò con Le Corbusier ed entrò in contatto con intellettuali come Rafael Alberti e Federico García Lorca. Conobbe André Breton e Salvador Dalí e aderì al surrealismo, elaborando una pittura incentrata su morfologie psicologiche, equivalenze visuali per i diversi stati della coscienza che tentano cioè sulla tela l'automatismo e la sperimentazione di tecniche radicalmente nuove propria della scrittura surrealista. Nel 1937 è proprio Dalì a indirizzarlo da Breton che acquista subito una delle sue prime tele. Di lui nel 1944 Breton stesso scrisse: «Matta è colui che maggiormente tien fede alla propria stella, che è forse sulla strada migliore per arrivare al segreto supremo: il controllo del fuoco».

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Matta fu costantemente in movimento, dalla Scandinavia, dove conobbe Alvar Aalto, a Londra, dove incontrò Henry Moore, Roland Penrose e René Magritte. A Venezia conobbe De Chirico. All'inizio della Seconda guerra mondiale fuggì a New York (su consiglio di Marcel Duchamp) assieme a molti altri artisti d'avanguardia facendosi portavoce del surrealismo in America esercitando una decisiva influenza su alcuni giovani artisti come Jackson Pollock e Arshile Gorky. Venne allontanato dal gruppo surrealista (in cui però fu successivamente riammesso), accusato di aver indirettamente provocato il suicidio di Gorky a causa della sua relazione con la moglie del pittore armeno. Trasferitosi a Roma nel 1949, diventerà un importante punto di raccordo tra l'espressionismo astratto e il nascente astrattismo italiano. Lasciata Roma nel 1954, si trasferì a Parigi, mantenendo uno stretto legame con l'Italia. Dagli anni sessanta elesse Tarquinia come sua residenza parallela, stabilendosi in un ex convento dei frati Passionisti. Tra il 1973 e il 1976 progettò e costruì, con il pittore e scultore Bruno Elisei, l'Autoapocalipse, una casa edificata, riciclando vecchie automobili, come provocazione contro il consumismo. I primi due moduli vennero esposti per la prima volta a Tarquinia (Chiesa di Santa Maria in Castello) ed a Napoli (Campi Flegrei), poi ultimata (tre moduli) fu esposta a Bologna (Galleria d'arte moderna), Terni (piazza del Comune), La Spezia (centro Allende), Firenze (rampe di San Niccolò-Forte Belvedere). Nel 1985 il Centre Georges Pompidou di Parigi gli dedicò una grande retrospettiva, e nello stesso anno Chris Marker lo omaggiò in un documentario, Matta '85. Nei primi anni Novanta, Matta progettò una serie di cinque obelischi-totem-antenne, alti 10 metri e realizzati in metallo, che chiamò Cosmo-Now, con l'intento di essere installati in ciascuno dei continenti quale simbolo di concordia e di pace planetaria; la location scelta per l'Europa era la cittadina italiana di Gubbio, legata a Francesco d'Assisi. Nella sua attività poliforma, Matta ha spesso invocato una visione galattica per suggerire l'infinito e il mistero umano. Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del mondo (Londra, New York, Venezia, Chicago, Roma, Washington, Parigi, Tokyo). E’ morto a Civitavecchia nel 2002.

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